Due medaglie d’oro in 10 minuti per l’Italia. È leggenda Marcell Jacobs, il più veloce a Tokyo nei 100 che conquista l’oro con 9’8”’ e conferma il record europeo.
Mai nessun italiano in 125 anni di Olimpiadi aveva neanche partecipato alla finale dei 100. Secondo oro della giornata olimpica per l’Italia, ex aequo, con Gianmarco Tamberi, nel salto in alto.
I dieci minuti che cambiarono lo sport italiano sono cominciati alle 21:42 di Tokyo, quando l’arbitro ha chiamato Gianmarco Tamberi e il campione del Qatar, Mutaz Barshim, fermi a quota 2,37 m e ormai irraggiungibili nella sfida per l’oro del salto in alto: spareggio o ex-aequo? Uno sguardo fra i due e la vittoria condivisa è stata immediata, travolgente. Trascorrono poco più di 600 secondi e alle 21:53 partono i 100 metri, i primi della storia olimpica con un italiano ai blocchi. Un ragazzo che i media stranieri definiscono “arrivato dal nulla”, nato a El Paso e cresciuto a Desenzano del Garda, in provincia di Brescia, fa con le mani il segno del corridoio diritto davanti a sé. Gli occhi guardano diritto, verso il traguardo. Si tocca le spalle, un rito. Lo sguardo è sicuro, sereno. Parte e arriva in 9 secondi e 80″, nuovo record europeo. Un’Olimpiade fin qui piena di polemiche e preoccupazioni, tante medaglie ma pochi ori per l’Italia, diventa l’avventura più incredibile. Il mondo scopre che sono italiani l’uomo più veloce e quello che salta più in alto, come li celebra subito il presidente del Coni, Giovanni Malagò, giustamente commosso.
Il mondo non scopre soltanto i record e le medaglie, apprende anche che queste sono le vittorie di un’Italia di giovani diversi, di un’Italia nuova, che rinnova i fasti di Pietro Mennea e Sara Simeoni in una versione millennial. In cui i confini del Belpaese arrivano fino al Texas, in cui le vittorie azzurre si celebrano esultando insieme all’amico del Qatar con il quale si sono condivise sfide e speranze. Tamberi e Jacobs, Gimbo e Marcell uniti in un abbraccio dentro la bandiera: “era il mio sogno da bambino, ho corso più che potevo” sono le prime parole del “lampo” Jacobs, mentre Tamberi dopo aver pianto davanti a quello che resta del gesso che gli immobilizzò la gamba, scherza con l’amico ex-aequo Barshim. Che sintetizza: “Two is better than one”, due è meglio di uno.(ANSA)