Nelle prime ore della mattinata odierna, all’esito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, la Squadra Mobile di Benevento, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Benevento, per i reati di omicidio aggravato in concorso e porto abusivo di armi, nei confronti di un trentaquattrenne beneventano, già detenuto presso la casa circondariale di Napoli Secondigliano perché ritenuto promotore di un’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. Il fatto di sangue, risalente all’aprile 2009, vide come vittima un pregiudicato, NIZZA Cosimo, costretto sulla sedia a rotelle a causa di un incidente stradale.
In particolare, il Nizza, mentre si trovava nei pressi della sua abitazione di via Bonazzi, situata nel popoloso Rione Libertà, sulla sua sedia a rotelle, venne avvicinato da due sicari a bordo di uno scooterone, che lo attinsero mortalmente esplodendo tre colpi d’arma da fuoco alla testa.
Le indagini, inizialmente svolte con esito infruttuoso da parte della Direzione Distrettuale Antimafia, sono state riprese e approfondite, a partire dall’anno 2017, dalla Procura della Repubblica di Benevento, attraverso la valorizzazione di nuovi elementi emersi dalle indagini della Squadra Mobile sannita.
E’ stato così composto un rilevante quadro indiziario che ha permesso, a distanza di ben dieci anni di distanza, di addivenire all’identificazione di uno degli autori materiali dell’efferato fatto di sangue, che avvenne in pieno giorno nel popoloso quartiere.
Il materiale probatorio raccolto nel corso delle pregresse indagini preliminari è stato rivisto, integrato ed arricchito; integrato attraverso un’accurata selezione ed analisi eseguita dagli investigatori della Squadra Mobile, supportati dal Servizio Centrale Operativo e dal Servizio Polizia Scientifica (Unita di Analisi del Crimine Violento), ed integrato ed arricchito da molteplici elementi emersi da intercettazioni ambientali eseguite in altri procedimenti, dallo stesso Ufficio investigativo della Questura sannita, nonché da nuove attività tecniche e da importanti rivelazioni emergenti dalle audizioni di alcuni testimoni e di un importante collaboratore di giustizia.
Particolare rilevanza hanno avuto alcune intercettazioni ambientali ed in particolare quella in cui uno dei componenti del sodalizio criminale dedito allo spaccio di stupefacenti, di cui l’odierno indagato era a capo, ricostruiva minuziosamente la dinamica dell’evento omicidiario ed i momenti precedenti l’azione, in maniera perfettamente collimante con le rivelazioni rese dal collaboratore di giustizia. Le intercettazioni consentivano anche di far emergere l’ostentata sicurezza dell’indagato di potersi sottrarre alle indagini in quanto l’arma del delitto non poteva essere rinvenuta, in quanto distrutta e un alibi se lo era precostituito, nell’ipotesi in cui le attenzioni investigative si fossero concentrate su di lui ma intercettazioni e dichiarazioni hanno consentito di “smontarlo”. Importanti elementi sono stati altresì desunti dalle dichiarazioni di un testimone circa alcune esternazioni fatte dallo stesso indagato alludenti alla sua responsabilità nell’azione delittuosa.
Plurime dichiarazioni, con più precisione quelle del collaboratore di giustizia, hanno consentito di ricostruire il movente, alla base dell’omicidio vi era una lotta per l’accaparramento della piazza di spaccio e per garantirsi l’esclusiva nella vendita di una determinata tipologia di droga. L’evento scatenante è stato comunque l’esplosione di alcuni colpi di pistola e fucile contro la saracinesca di un esercizio commerciale gestito dall’indagato, avvenuta 3 giorni prima dell’omicidio e riconducibile all’azione della vittima.
Le indagini proseguono per la completa identificazione del secondo autore materiale dell’omicidio e di eventuali altri correi interessati al commercio di stupefacenti.