Riprendono le iniziative del contenitore “Poesia e musica nel Parco”, che il Parco Letterario Francesco De Sanctis organizza dal dicembre 2012. Dopo i quattro appuntamenti precedenti dedicati a Salvatore Quasimodo, ad Alfonso Gatto, a Danilo Dolci e a Rocco Scotellaro, in linea con la valorizzazione della Letteratura meridionale del Novecento, ecco due appuntamenti d’eccezione, con protagonista Alessandro Quasimodo, che leggerà e racconterà a Sant’Angelo dei Lombardi, con gli studenti dei Licei dell’Alta Irpinia, le poesie del padre Salvatore Quasimodo, e il giorno dopo, a Morra De Sanctis, leggerà e racconterà l’opera dello zio Elio Vittorini, sposato con Rosa Quasimodo. In particolare, Alessandro Quasimodo illustrerà, attraverso documenti anche inediti, il rapporto intellettuale tra due grandi protagonisti della cultura del Novecento.
Ecco il programma del 23 e del 24 agosto
Omaggio a Salvatore Quasimodo
Vita di un operaio di sogni
Sant’Angelo dei Lombardi (AV), Castello degli Imperiale
23 agosto 2014
Ore 17,30
Saluti
Rosanna Repole, Sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi
Marco Marandino, Assessore alla Cultura
Giovanni Ferrante, Dirigente scolastico ISIS “Francesco De Sanctis”
Agostino Pelullo, Presidente GAL CILSI
Modera
Giuseppe Iuliano, Centro di documentazione Poesia del Sud
Presentazione dell’iniziativa
Mario Salzarulo, coordinatore GAL CILSI
Ore 18,00
Vita di un Operaio di sogni – Paolo Saggese intervista Alessandro Quasimodo
Ore 18,30
Alessandro Quasimodo incontra gli studenti e legge Salvatore Quasimodo
Morra De Sanctis (AV), Castello “Biondi – Morra”
Domenica 24 agosto 2014
Omaggio a Elio Vittorini
L’utopia della libertà
Che cosa significa per uno scrittore, essere “rivoluzionario”?
[non significa] ”suonare il piffero”
intorno ai problemi rivoluzionari posti dalla politica,
[…] questo, a mio giudizio, è tutt’altro che rivoluzionario.
Elio Vittorini
I viaggi desanctisiani
Programma
Ore 18,00
Saluti
Pietro Mariani, Sindaco di Morra De Sanctis
Agostino Pelullo, Presidente GAL CILSI
Francesco Pennella, Presidente della Pro Loco di Morra De Sanctis
Gerardo Bianco, Presidente ANIMI
Gerardo Capozza, Rappresentante della Rete Territoriale del “Parco Letterario”
Presentazione dell’iniziativa
Mario Salzarulo, coordinatore GAL CILSI
Ore 18.30
Paolo Saggese intervista Alessandro Quasimodo
Recital delle lettere inedite e delle opere di Vittorini a cura di Alessandro Quasimodo
Ore 20.00
Narratori e Cannaroni
Cena desanctisiana raccontata dagli operatori del Parco Letterario in collaborazione con Celestino Grassi, con degustazione della pasta di grano duro “Senatore Cappelli – Alta Irpinia”, accompagnata da ricette tipiche e prodotti del territorio.
Iniziativa a cura del Consorzio F.A.I. e della Pro Loco di Morra De Sanctis
Tra l’altro, Alessandro Quasimodo è stato uno dei protagonisti della battaglia in difesa della letteratura meridionale e per la modifica delle “Indicazioni nazionali”, che, relativamente al Novecento pieno, non citano autori meridionali.
Ecco alcune riflessioni di Quasimodo presenti come nota introduttiva al libro “Faremo un giorno una carta poetica del Sud. Restituiamo la letteratura meridionale ai Licei”, a cura di Alessandro Di Napoli, Giuseppe Iuliano, Alfonso Nannariello e Paolo Saggese:
“Con quale criterio si possono escludere da un percorso, che dovrebbe essere un arricchimento personale e umano per ogni studente, i nomi di coloro che hanno rappresentato, attraverso le loro opere letterarie, la storia, la società, il modo di pensare di un Sud così irrinunciabilmente e intimamente legato all’identità stessa del nostro Paese?
Mi riferisco a scrittori e poeti quali i già citati Quasimodo e Vittorini, seguiti da uno stuolo di autori come Sciascia, Bufalino. Gatto, Scotellaro, Brancati. Silone, Sinisgalli, Piccolo, la Ortese, Rea e molti altri.
Accennavo sopra al contributo che la letteratura può dare agli studenti e non soltanto ad essi, ma a tutti i lettori, a coloro che amano scrivere o semplicemente ascoltare il messaggio che ci giunge attraverso la parola scritta.
Le opere letterarie, siano esse in prosa o in poesia, come tutte le forme d’arte, non hanno limiti spaziali né temporali, sono un patrimonio da cui attingere la significatività della nostra storia e della nostra tradizione, per guardare nitidamente e con speranza verso il futuro.
Questo dovrebbe essere tramandato soprattutto ai giovani, per far sì che essi amino ciò che studiano e imparano sui banchi di scuola e per far sì che si guardino intorno con curiosità, entusiasmo, ma anche con occhio critico; solo in questo modo, infatti, con un impegno costante e quotidiano, è possibile costruire una cultura viva, vissuta intimamente, nella valorizzazione di una dimensione psicofisiologica della persona.
La poesia, da qualche decennio, trova pochi lettori; non solo, proprio la scuola ci ha abituato ad affrontare le opere dei poeti sulla scorta dei commenti e degli apparati di note che guidano la lettura, sacrificando invece un approccio al testo poetico che sia esplorazione individuale e libera, slegata da interpretazioni esterne e precostituite.
Essa è certamente una delle forme artistiche che più risente delle trasformazioni culturali legate allo sviluppo della società moderna; escludere dunque dai libri di testo e dalle antologie scolastiche l’opera dei poeti del Sud significa non soltanto mutilare brutalmente la nostra tradizione letteraria, ma anche privare gli studenti del diritto a poter scegliere quali autori leggere e meditare.
Attraverso i loro scritti, è possibile avvicinarsi ad una visione del mondo che trae la propria peculiarità dalla realtà in cui quegli autori vissero e dalla quale successivamente si staccarono.
Furono molti gli scrittori e i poeti, che , come mio padre, partirono con un “mantello corto” sulle spalle per cercare fortuna in quel Nord tanto lontano e, al tempo stesso, bramato come promessa di riscatto.
Non va dimenticato che la poesia è stata il primo tramite col sacro nella cultura babilonese, fenicia e greca; presso i Greci essa fu anche il primo strumento di diffusione della nascente filosofia fino a Socrate e Platone.
La poesia, come le altre forme letterarie e artistiche, ha la capacità di stare dentro la società storica, di farsi interprete della sua profonda umanità senza tempo storico, in tutte le sue contraddizioni e i suoi dolorosi paradossi.
Capita spesso di sentire parlare dei docenti con sarcasmo e durezza, come se tutto il corpo insegnante fosse ridotto ad una massa indistinta e indifferente di esecutori più o meno fedeli ai dettami che vengono imposti dall’alto.
Penso che siano tanti i docenti che invece sono in grado di fare con coscienza scelte autonome, sentendosi liberi da vincoli che rappresenterebbero un impoverimento del “bello”, per richiamare le parole di De Sanctis ricordate prima.
Ci fu chi, come il grande filosofo Martin Heidegger, che, dopo aver assistito al delirio violento e drammatico degli eventi del secondo conflitto bellico, disse: “Che Dio salvi i poeti”.
Oggi, in un’epoca in cui si rischia di essere travolti dall’orda caotica e inferocita dell’ignoranza, della banalità, del cattivo gusto, è utile ricordare che gli autori del Sud, gli stessi che l’insensatezza di una certa corrente di pensiero vorrebbe confinare nell’anonimato, hanno celebrato eventi; hanno dato voce a ideali; hanno dato corpo e immagini a idee, a sentimenti, a speranze e a drammi epocali..
I poeti e gli scrittori del Sud hanno interpretato il loro tempo per sé e per tutti coloro che si sono riconosciuti nelle loro opere, per questo non possono venire ignorati e dimenticati”.