Dal 30 giugno è obbligatorio l’uso del POS (pagamento elettronico, bancomat o carta di credito) per importi superiori a 30 Euro da parte di commercianti, professionisti ed artigiani.
Questo naturalmente non significa che non si può pagare in contanti, ma se il cliente chiede di poter effettuare la transazione con un sistema di pagamento elettronico, colui che vende il prodotto o il servizio, sia esso commerciante, professionista o artigiano, non può rifiutarsi.
Nonostante la scadenza del 30 giugno sia già essa una proroga di una scadenza che originariamente doveva avvenire il 31 marzo, sono ancora numerosi gli operatori che ancora non si sono dotati di dispositivo di pagamento elettronico, sia per gli elevati costi di gestione delle apparecchiature, sia anche per la ben nota resistenza alla tecnologia tutta italiana.
Sono comunque tante le obiezioni mosse soprattutto dagli ordini professionali, come gli architetti, gli avvocati (per i quali è stato precisato che non c’è obbligo, basta il bonifico elettronico), i consulenti del lavoro, etc. Quello che viene contestato è non solo la non gradualità del cambio di normativa (che a dire il vero era anche inizialmente prevista ma poi disattesa a causa delle proroghe), quindi senza alcuna fase transitoria, ma anche l’inadeguatezza della soglia dell’importo per la quale è previsto il pagamento elettronico tramite Pos (si riteneva che 50 Euro fosse una soglia più ragionevole rispetto a 30).
Ad ogni modo, come precisato anche dal Ministero dell’Economia, la nuova normativa non stabilisce un obbligo ma un onere, non è quindi prevista sanzione alcuna per chi non si dota del Pos. Molti ordini professionali hanno già annunciato che non si adegueranno.
La sanzione però, fanno notare le associazioni dei consumatori, può arrivare dal mercato, ossia dalla scelta di un rivenditore che utilizza il Pos.
Le associazioni dei commercianti dal canto loro chiedono al governo di rivedere le soglie e di ridurre le commissioni. Confartigianato invece chiede al Governo di usare buon senso e di limitare l’uso deo Pos obbligatorio alle imprese , mentre CLAAI chiede che l’obbligo del Pos non diventi un’altra tassa per le imprese, dal momento che, secondo uno studio di CLAAI stessa, un artigiano che incassa 50mila euro l’anno con il Pos sarebbe costretto a pagarne 591,50 per l’utilizzo di un apparecchio base, 604 con un cordless, 620 se collegato con Gsm.
Intanto monta anche la polemica politica, soprattutto da parte delle opposizioni, Beppe Grillo twitta “Pos obbligatorio? No, grazie!”, vedendo questo come l’ennesimo regalo alle banche, mentre il Segretario della lega Nord Salvini parla di “mazzata per le partite IVA” ed aggiunge che la Lega presenterà nei prossimi giorni una proposta di legge con un’unica aliquota fiscale.
PIETRO PIZZOLLA