Pozzi inquinati a Benevento.

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La Procura della Repubblica di Benevento nel corrente mese ha avanzato richiesta di archiviazione del procedimento aperto in relazione alla presenza di tetracloroetilene in elevate quantità nei pozzi di Campo Mazzone e Pezzapiana, da cui la città di Benevento attinge acqua potabile a servizio degli abitanti dei rioni Ferrovia, Libertà e Centro Storico. Gli accertamenti, avviati in seguito a notizie apparse sulla stampa all’inizio del mese di febbraio del 2019, hanno originato un procedimento iscritto contro ignoti per il reato di cui all’art. 257 D. Lgs. 152/2006. Le indagini, delegate al NIPAF del Comando carabinieri Forestali di Benevento,  sono consistite nell’acquisizione e nell’analisi di documentazione relativa all’utilizzo e al monitoraggio dei pozzi cittadini di Campo Mazzone e Pezzapiana, presso gli uffici della Regione Campania siti in Benevento, presso la Provincia di Benevento, presso il Comune di Benevento e presso la GESESA Spa. Inoltre, veniva conferito incarico collegiale a due docenti universitari per accertare lo stato delle acque sotterranee,  con l’eventuale superamento delle concentrazioni soglia di rischio e contaminazione, presenti nelle contrade Pezzapiana e Campo Mazzone e se le sostanze rilevate compromettevano o meno la potabilità dell’acqua.

I due consulenti della Procura hanno

– preso in esame la concentrazione dei tre composti organici, considerati cancerogeni e tossici, che definiscono lo stato di contaminazione delle acque sotterranee, individuati dal loro nome chimico come Tetracloroetilene o Percloroetilene, Tricloroetilene, Cloroformio o Triclorometano. Tali composti organici sono quelli ritenuti più rappresentativi delle tipologie di produzione industriale e del loro smaltimento rifiuti, caratteristici della zona dove sono localizzati i pozzi in questione e, quindi, considerabili come markers caratteristici dello stato di inquinamento della falda acquifera;

– esaminato anche la concentrazione di altri tipi di inquinanti e precisamente il dicloroetano anch’esso composto cancerogeno, gli alometani individuati nel bromoformio o tribromometano, clorodibromometano, diclorobromometano o clorodibromometano, nonché la somma dei Trialometani totali che include il cloroformio, il bromoformio, il clorodibromometano ed il diclorobromometano, in quanto tutti questi composti organici sono normati dal D. Lgs.  152/2006;

-evidenziato l’esistenza di un’incongruenza legislativa nei limiti soglia di contaminazione e potabilità del tetracloroetilene, normati da due differenti decreti e precisamente dal D. Lgs. 152/2006 (Testo Unico Ambientale) per la contaminazione e dal D. Lgs. 31/2001 (Disciplinare acque destinate al consumo umano)

Per la potabilità dell’acqua i due consulenti accertavano che:

  • l’acqua risultava potabile dal punto di vista microbiologico in quanto le relative analisi indicavano da un lato la presenza di una carica microbica totale che veniva comunque eliminata dalla clorurazione, dall’altro l’assenza dei batteri fecali (Enterococchi, Conformi totali ed Escherichia coli);
  • i limiti soglia di potabilità del tetracloroetilene, stabiliti dal D. Lgs. 31/2001, non erano superati;
  • i limiti soglia di contaminazione del tetracloroetilene, stabiliti dal Lgs. 152/2006, risultavano superati per il solo pozzo Campo Mazzone n. 2

In conclusione, l’acqua, destinata al consumo umano di parte della cittadinanza di Benevento, prelevata dal pozzo campo Mazzone n. 2, risultava contaminata di tetracloroetilene, essendo la sua concentrazione superiore limiti di soglia di contaminazione previsti per l’inquinamento ambientale, ma allo stesso tempo era presente in una concentrazione tale da farla rientrare comunque nei limiti previsti dalla potabilità, quindi idonea al consumo umano.

Quindi, date le proprietà cancerogene del tetracloroetilene e visto che i pozzi erano destinati al consumo umano di parte della cittadinanza di Benevento, i risultati analitici, secondo i CCTT, suggerivano un monitoraggio costante e sistematico della concentrazione di tetracloroetilene.

In effetti, tali conclusioni combaciavano perfettamente con i risultati dei monitoraggi periodici effettuati dall’Arpac di Benevento, alla luce dei quali il Comune di Benevento, proprietario dei pozzi, si attivava per porre in essere tutte le attività necessarie per la bonifica del sito inquinante oltre che per l’individuazione della fonte inquinante. Dal piano di caratterizzazione acquisito è emerso che la maggior concentrazione di inquinanti veniva individuata sull’asse tra la ferrovia (Pozzo Trenitalia Spa) e l’area del pozzo 1 dismesso di  Campo Mazzone (Pozzo Gesesa dismesso); tuttavia non era stato possibile individuare la fonte inquinante, almeno sino all’attualità.

Non essendo stati individuati i responsabili della contaminazione ed essendo i valori della potabilità nella norma questo ufficio ha ritenuto di richiedere l’archiviazione al giudice delle indagini preliminari a cui spetta la decisione.

L’evidente interesse pubblico, connesso allo stato dell’acqua destinata al consumo umano degli abitanti della città di Benevento, ha suggerito di rendere pubblico quanto accertato dalle indagini svolte in sede penale e le determinazioni conseguenziali del pubblico ministero.

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