“Voglio essere etichettato come il candidato dei pendolari, di chi deve ricevere cure e trova gli ospedali chiusi, ma soprattutto combatteremo i voti della camorra che a noi fanno schifo”.
Così Marco Di Lello, parlamentare del Psi, durante l’incontro con la stampa per la presentazione della sua candidatura alle primarie del Pd per le prossime le Regionali in Campania.
“Per mesi – ha affermato Di Lello – abbiamo fatto ciò che era necessario per una candidatura alternativa a quelle di De Luca e Cozzolino, ora basta. Ho formalizzato la mia discesa in campo, da oggi dunque non ci saranno più problemi interni al Pd, perché sono diventate ufficialmente le primarie del centrosinistra”.
Di Lello, di fronte ai giornalisti, costretti in una stanza affollata al centro di Napoli, ha annunciato un’assemblea pubblica per sabato prossimo a Città della Scienza, proprio dove c’è stata la Fonderia qualche mese fa: “Era una buona idea – ha aggiunto – da lì poteva partire una candidatura. Faccio ora appello a chi partecipò e chiedo loro di sostenermi. Migliore? Fino ad ora non ha ufficializzato nulla”.
Su De Luca e la Severino, in particolare, Di Lello ha spiegato: “Com’è noto sono tra i pochi garantisti ho presentato, in tempi non sospetti, modifiche alla Severino. Se non riusciamo a modificare il testo di legge e le cose restano come sono, potrebbe esserci un problema, se si candida una persona che poi per legge non può ricoprire il ruolo da presidente della Regione, ma non sarò io a porre una pregiudiziale per la sua candidatura, mi affido al suo senso di responsabilità”.
Sulle regole per le primarie: “Basta con il buonismo – ha sottolineato Di Lello – che senso ha far votare immigrati che nemmeno conoscono l’italiano? Abbiamo avuto rassicurazioni dalla segreteria del Pd che si discuterà in merito. Nel 2011 a Napoli – ha ricordato – abbiamo inventato i democratico-cinesi mentre a Roma sono nati i ‘rom-dem’. Non oso immaginare che potrebbe accadere alle primarie del 22 febbraio in Campania”.
Non manca la domanda dei cronisti su possibili alleanze: “Il partito socialista mi ha voluto candidare – ha chiarito – ed io ho fatto un atto d’amore nei confronti della Regione che negli ultimi anni è andata indietro. La mia ambizione è che ci sia la stessa coalizione messa in campo per l’elezione del Presidente della Repubblica. Sicuramente l’idea che De Mita e Mastella siano ancora in campo non mi garba nemmeno un po’ e lo dico alla fiorentina visto che va di moda – ha ironizzato il parlamentare socialista – Cosa penso di Ncd e Area popolare? Io sto con la Lorenzin, in Campania chi sta in Giunta con Caldoro non può essere un pezzo di coalizione di centrosinistra”. Dalla Regione si passa poi al Comune di Napoli: “Si a Sel, no a de Magistris – ha ribadito – c’è una differenza tra la cultura di governo e quella ‘alla Masaniello’. Alla scorsa riunione per esempio c’era Sel, Pd, Psi e Scelta civica. Ci deve essere discontinuità con gli attuali governanti. È per questo ho scelto “Svolta Campania” come mio slogan, ma non rinnegherò cio’ che di buono ha fatto la sinistra per la Regione negli anni passati”.
“Le parole del Presidente Mattarella confermano, se ce ne fosse bisogno, che su mafia e camorra non bisogna abbassare la guardia. Ancora più vero in Campania dove la vicenda Ercolano conferma l’attualità del rischio infiltrazioni della camorra e la necessità di regole più chiare, sia per le primarie, prevedendo il registro dei votanti, che in sede di formazione delle liste, magari sottoponendole al vaglio preventivo delle prefetture” è il commento alla vicenda Ercolano di Marco Di Lello, segretario della commissione bicamerale antimafia e candidato alle primarie del centro sinistra in Campania