La corruzione affligge in maniera endemica il nostro sistema economico, sottraendo allo stato risorse preziose, peggiorando la qualità dei servizi e contribuendo ad aumentare la povertà.
I cittadini sono i primi a subirne le conseguenze, per questo non devono più rimanere in silenzio, ma prendere posizione con determinazione.
In concomitanza con l’uscita dell’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) 2014 si tiene oggi a Roma l’evento di presentazione dell’innovativo servizio di Transparency International Italia ALLERTA ANTICORRUZIONE – ALAC per le vittime o i testimoni di casi di corruzione.
Presenti all’incontro Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia, Raffaele Cantone, Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, e Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere, e Marcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria.
Nella ventesima edizione del CPI, l’Italia si classifica nuovamente al 69° posto nel mondo, conservando stessa posizione e punteggio dell’anno precedente.
Sullo stesso gradino dell’Italia, con un voto di 43 su 100, troviamo di nuovo la Romania e altri due paesi europei in risalita rispetto allo scorso anno: Grecia e Bulgaria. A livello globale si distinguono in negativo Francia (69), Cina (36) e Turchia (45) che perdono diverse posizioni rispetto all’anno scorso, mentre rimangono in cima alla classifica dei paesi più virtuosi Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia.
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“Il CPI 2014 evidenzia come il nostro Paese non sia ancora riuscito a intraprendere la strada giusta per il suo riscatto etico. Non possiamo restare fermi a guardare ancora per molto, mentre invece altri Paesi fanno progressi: come cittadini possiamo e dobbiamo essere parte attiva nella lotta contro la corruzione,” così dichiara Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia.
“Il lavoro iniziato quest’anno dall’ANAC siamo sicuri che darà i suoi frutti,” aggiunge Carnevali, “ma c’è bisogno anche del supporto dei cittadini. Solo grazie al loro coinvolgimento sarà possibile portare alla luce gli illeciti che altrimenti continueranno a rimanere insabbiati. Per questo motivo abbiamo dato vita al servizio ALLERTA ANTICORRUZIONE – ALAC, per tutti coloro che vogliono segnalare un caso di corruzione ma sono spaventati o sfiduciati dalle istituzioni. Noi possiamo aiutarli facendo in modo che il caso venga allo scoperto, superando così il muro di impunità che ancora oggi protegge i corrotti.”
Secondo i dati del Barometro Globale della Corruzione 2013, solo il 56% degli italiani è disposta a segnalare un episodio di corruzione, rispetto alla media globale del 69%. I motivi che spingono a rimanere in silenzio sono soprattutto la paura, la sfiducia e la triste convinzione che nulla può cambiare.
Il servizio ALLERTA ANTICORRUZIONE – ALAC è nato proprio con l’obiettivo di incoraggiare chi ha qualcosa da segnalare nell’interesse pubblico. ALAC è infatti il primo esempio italiano di servizio di assistenza per chi deicide di segnalare episodi di corruzione e si avvale del software Globaleaks, che permette l’invio di segnalazioni in totale sicurezza e anonimato.
“La corruzione è alimentata dall’eccessiva e inutile burocrazia,” aggiunge il Presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello “Occorrono azioni volte a semplificare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e impresa, consentendo il contatto immediato attraverso il pieno utilizzo delle potenzialità offerte dai sistemi digitali. E’ inoltre indispensabile aumentare i grado di consapevolezza del fenomeno e fornire agli imprenditori degli strumenti semplici per prevenirlo. Per questo motivo abbiamo voluto sviluppare, assieme a Transparency International Italia, un manuale anticorruzione per micro e piccole imprese: far crescere la cultura e la buona
informazione sulla legalità è un nostro obiettivo irrinunciabile.”
Secondo Marcella Panucci, Direttore Generale di Confindustria, “L’indice di percezione di quest’anno conferma che, nonostante i molti interventi operati, in Italia ancora tanto resta da fare per rafforzare le politiche di contrasto alla corruzione. La diffusione di questo fenomeno altera il regolare andamento della concorrenza con gravi ripercussioni sull’economia del Paese. Per questo Confindustria ha posto il tema tra le sue priorità e sta portando avanti un’intensa attività di analisi e di proposta per contribuire ad un’azione anticorruzione corale. Il tutto nella consapevolezza che anche il sistema delle imprese deve fare la sua parte e assumersi la responsabilità di promuovere la cultura del rispetto delle regole, come ribadito in più occasioni dal Presidente Squinzi.”