Oltre che in Campania si è votato in altre 6 Regioni, Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbia e Puglia.
In Veneto il governatore uscente, il leghista Luca Zaia, supera addirittura il 50% dei consensi, attestandosi al 50,2%, mentre l’esponente del Pd Alessandra Moretti si ferma al 22,7%, ed il terzo incomodo, il transfuga dalla Lega Flavio Tosi, conquista un 11% che comunque non riesce nell’intento di mettere i bastoni tra le ruote a Zaia.
In Liguria l’ex direttore di Studio Aperto Giovanni Toti, candidato di Forza Italia, raccoglie il 34, 5% dei consensi, mentre la candidata del Pd Raffaella Paita, assessore della giunta uscente guidata da Claudio Burlando, si ferma al 27,9 e la candidata del M5S Alice Salvatore al 24,8%, si ferma al 9% il candidato della sinistra alternativa Luca Pastorino, una percentuale che comunque influisce sul risultato finale.
Senza storia la vittoria del Pd in Toscana, con Rossi che si attesta al 48% contro il 20% di Borghi (Lega) ed il 15% del grillino Giannarelli, così come nelle Marche con Ceriscioli al 41,1% contro il 21,8 del candidato del M5S Maggi ed il 19% del leghista Acquaroli.
Pd vincitore anche in Umbria dove inizialmente gli exit poll davano in vantaggio il candidato del centrodestra Ricci, vince invece Catiuscia Marini con il 42,8 dei voti menre Ricci si ferma al 39,3% ed il candidato del M5S Liberati al 14,3%.
Infine la Puglia, dove l’ex Sindaco di Bari Emiliano registra il 47,39% delle preferenze, seconda è la grillina Laricchia con il 18,16%, segue il candidato della fronda di Forza Italia che fa capo a Raffaele Fitto Francesco Schittulli che raccoglie il 17, 97% dei consensi, più della candidata di Forza Italia Adriana Poli Bortone che invece si ferma al 14,68%.
Affluenza in netto calo, è andato a votare il 52% dei voti, oltre 11 punti in meno rispetto alle regionali del 2010 e 6 punti in meno rispetto alle Europee di un anno fa.
Ci sarà sicuramente da riflettere sui risultati di questa tornata ma anche i quotidiani più vicini all’area di governo parlano di stop per Renzi, il Pd ha subito un netto calo rispetto al risultato delle europee del 2013 e deve fare i conti con la minoranza interna che in regioni come la Liguria (tra l’altro la regione che ha fatto registrare l’affluenza più bassa) è stata determinante.
Il Pd conquista la Regione Campania che era a guida centrodestra ma Renzi dovrà sospendere con effetto immediato De Luca per la ben nota Legge Severino, anche prendere tempo e ritardare il provvedimento sarebbe addirittura configurabile come abuso d’ufficio da parte del premier, come ha ricordato anche Eugenio Scalfari sul consueto editoriale domenicale de “La Repubblica”.
Inoltre, il voto di protesta ha premiato forze come la Lega ed il Movimento 5 Stelle, Salvini canta vittoria per le affermazioni della Lega Nord non solo in Veneto ed in Liguria, ma anche in Regioni dell’Italia Centrale come Toscana, Umbria e Marche, attestandosi su un dato nazionale intorno al 12%. Rialzano la china dopo lo stop delle europee anche i grillini, con Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera che dichiara che il Movimento 5 Stelle è forza di governo e che punta a diventare il primo partito in Campania, Puglia e Liguria.
Ed il centrodestra? Riparte dalla buona affermazione di Toti in Liguria e dalla volontà già espressa di SilvioBerlusconi di voler azzerare tutto e creare un soggetto politico che raccolga i moderati che rimangono maggioranza nel paese e che si sono rifugiati nell’astensionismo. Un soggetto che però dovrà giocoforza dialogare con la Lega se vorrà essere forza di governo, e che ha bisogno di un leader che sintetizzi le diverse anime, un Renzi di centrodestra.
Dopo le Regionali spazio allo spoglio delle amministrative.
PIETRO PIZZOLLA