Le prime ecoballe stoccate dall’ormai lontana emergenza rifiuti, hanno lasciato lo Stir di Pianodardine. Come annunciato e con un mese di anticipo rispetto al cronoprogramma stabilito con la Regione, l’Associazione temporanea di impresa, Sarim srl – Bps srl, ha iniziato la rimozione dei ventottomila blocchi.
«Un giornata storica perché che finalizza attività iniziate da tempo grazie al lavoro sinergico tra IrpiniAmbiente, Provincia di Avellino e Regione Campania» commenta Nicola Boccalone, amministratore unico della società provinciale che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti. Cinque mesi di lavoro, da concludersi comunque entro l’anno, secondo quanto previsto dall’accordo di programma sottoscritto ad ottobre scorso a Palazzo Santa Lucia.
«Iniziamo a dare una prima risposta alla Valle del Sabato, diminuendo notevolmente il carico ambientale. Le ecoballe – spiega ancora Boccalone- risultano essere in buono stato di conservazione, e questo dovrebbe favorire le operazioni. Il programma prevede sei mesi di lavoro, ma se le cose continuano ad andare bene, potremmo impiegarne anche di meno».
Tolte le ecoballe, allo Stir manca ancora il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale, per il quale la società attende riscontri dalla Regione. «Stiamo ponendo in essere tutte le attività per arrivare alla nuova Aia, e per poter riprogrammare le attività secondo le esigenze del contesto e del fatto che la quantità di rifiuti che arriva allo Stir, è ben al di sotto delle sue potenzialità. Intanto noi continuiamo a lavorare- tranquillizza Boccalone- tutte le analisi fatte sullo Stir, vengono svolte secondo indicazioni degli organi di controllo: anche quelle di rischio su cui il Comune di Avellino ha chiesto un parere all’Istituto Superiore di Sanità che, a leggere bene il documento, non boccia il piano di caratterizzazione effettuato ma parla solo del sistema utilizzato per le analisi. D’altronde non credo che rifacendole potrebbero uscire risultati diversi e ricordo a tutti che nessuno ha mai negato la necessità di mettere in sicurezza il sito, cosa che stiamo facendo, che risulta contaminato ma non contaminante».
Ad assistere alle operazioni di rimozione delle prime ecoballe anche il sindaco di Teora Stefano Farina che, da ex delegato all’ambiente del consiglio provinciale, partecipò in autunno alla firma dell’accordo di programma con la Regione. «E’ una giornata importante – commenta- ma la soddisfazione di oggi serve anche a capire che se non si vogliono termovalorizzatori come quello di Acerra o megadiscariche, bisogna avere la maturità di capire che la tutela dell’ambiente passa per una buona differenziata e questa si fa con gli impianti, e non facendo camminare i rifiuti in giro per la provincia perché così inquinano e aumentano i costi. In questa ottica crediamo che l’impianto di Teora vada sfruttato al meglio».
A nutrire la speranza che l’eliminazione delle ecoballe possa rappresentare l’inizio di una vera riconversione di Pianodardine, è Franco Mazza, portavoce dell’associazione “Salviamo la Valle del Sabato” che ha assistito, dall’esterno, alle operazioni. «Una giornata sicuramente importante. Ora l’auspicio è che tolte le ecoballe, che rappresentano la vergogna con cui è stata gestita l’emergenza rifiuti in Campania- commenta- non ci mettano un nuovo impianto ancora più dannoso».