Sempre più emergenza al carcere di Ariano Irpino, manca l’acqua e i detenuti sequestrano gli agenti penitenziari.
Prosegue inarrestabile la spirale di violenza nelle carceri italiane, dove non passa giorno in cui non si registrino da un lato gli episodi violenti ed eventi critici e dall’altro le richieste di urgenti provvedimenti da parte dei rappresentati sindacali SAPPE dei poliziotti penitenziari. Gli ultimi gravi eventi sono accaduti, come riporta il segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Tiziana Guacci, nella Casa circondariale di Ariano Irpino: “Prosegue la lunga striscia di eventi critici che da tempo si stanno sempre più intensificando nelle carceri regionali della Campania. Ultimo, in ordine cronologico, è il grave episodio accaduto nel carcere di Ariano Irpino, dove la mancanza di acqua ha indotto alcuni detenuti al sequestro lampo degli Agenti di servizio. Sono stati momenti di grande tensione, gestiti con sangue freddo e professionalità dai poliziotti penitenziari, sintomatici della reale situazione penitenziaria. Basta! Non siamo carne da macello e non si può più tollerare tutta questa impunità di cui godono i detenuti violenti!”.
Netta la denuncia di Donato Capece, segretario generale del SAPPE: “Stiamo assistendo giorno dopo giorno all’ inesorabile sfascio di un istituto che soltanto fino a qualche anno fa era un’eccellenza nel panorama nazionale. A tutto ciò si aggiunga un atteggiamento incomprensibilmente ostile di chi, nonostante precise disposizioni dipartimentali ostacola, ritarda o non procede al trasferimento dei detenuti che si rendono responsabili di fatti così gravi”.
Il leader nazionale del SAPPE esprime solidarietà ai poliziotti sequestrati ad Ariano Irpino ed è impietoso nella sua denuncia: “Purtroppo quotidianamente subisce eventi critici di ogni tipo: aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno”. “Importante e urgente”, prosegue, “è prevedere un nuovo modello custodiale. Ne abbiamo parlato in un recente incontro con il Sottosegretario alla Giustizia Del Mastro, che ci è sembrato particolarmente sensibile. A lui abbiamo ribadito che tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai precedenti vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia. Confidiamo dunque che ora si vedano finalmente fatti concreti”.