Grande successo di pubblico per il Seminario di Storia dell’Arte: “Luigi Vanvitelli disegnatore e pittore”, che si è tenuto sabato 25 marzo 2023, presso il Circolo della Stampa di Avellino.
L’evento culturale è stato organizzato dal Circolo culturale “Francesco Solimena” e dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” per le celebrazioni vanvitelliane in occasione dei duecentocinquanta anni dalla scomparsa di Luigi Vanvitelli (1700-1773).
La direzione artistica dell’evento è stata affidata alla Professoressa Michela Femina.
La relazione del seminario è stata affidata al critico d’arte Professor Stefano Orga, che ha trattato il tema “Luigi Vanvitelli e la sua opera grafica”, evidenziando: <<Certamente Luigi Vanvitelli (1700-1773) fu tra le personalità più significative della cultura e delle arti del Settecento italiano ed europeo. Egli fu considerato il maggiore architetto che seppe interpretare nel miglior modo il periodo del tardo barocco e del rococò.[…]Dell’opera pittorica di Luigi Vanvitelli non conosciamo molto, perché ci sono pervenuti solo pochi dipinti. Dal padre e dal nonno materno Andrea Giovanni Lorenzani (1637-1712) apprese le tecniche pittoriche ad olio e a fresco. Così fin dall’infanzia fu educato alla percezione dello spazio nel disegno. Infatti, a sei anni si dedicò al disegno, come affermò il nipote omonimo nella sua celebre biografia del 1823. Nella realizzazione dei primi disegni sovente utilizzava il verso, cioè il retro o il rovescio, dei fogli ove il padre aveva realizzato dei disegni. A Roma frequentò gli accademici di San Luca, con cui condivise le tendenze classiciste e tardo barocche. Si accostò allo stile e alla sensibilità artistica di Sebastiano Conca (1680-1764), insieme al quale era stato fautore dell’indirizzo classicistico e poi di quello rococò.[…] Essendo figlio di un pittore vedutista, iniziò la sua carriera d’artista come scenografo, pittore e disegnatore instancabile. Come scenografo lavorò al Teatro della Pace e al Teatro Capranica a Roma intorno agli anni Venti. Nell’attività di scenografo per alcuni aspetti negli allestimenti teatrali si avvicinò al lavoro del sacerdote, disegnatore ed architetto Filippo Juvarra (1678-1736). L’esperienza pittorica segnò l’attività vanvitelliana per circa un decennio. […] Si dedicò anche all’illustrazione di libri come ad esempio le “Commedie” di Terenzio, pubblicata in sole 53 copie nel 1736. Sembra opportuno ricordare che il novanta percento dei fogli contenenti disegni di Luigi Vanvitelli sono conservati in collezioni pubbliche fra Napoli e Caserta. Il disegno per l’artista napoletano significava rappresentare un’idea, così lo schizzo costituiva il collegamento immediato e reale all’opera da realizzare. Intorno al 1717 iniziò a realizzare disegni e studi di figura. Con gli studi di figure isolate o in gruppo e con disegni anatomici e quelli di movimento mostrava un ancoraggio stilistico e compositivo di tipo scolastico-accademico. Continuo fu il suo impegno e la sua passione per il disegno di veduta paesaggistica, a cui era stato indirizzato dal padre. Dalla fine del 1726 si interessò alla scenografia architettonica con una particolare originalità, che lo distinse da Filippo Juvarra e da Giovanni Battista Piranesi (1710-1778). Infatti, da quell’anno si dedicò maggiormente all’architettura divenendo coadiutore dell’architetto Antonio Valerio alla Fabbrica di San Pietro. La produzione grafica e segnica riguardò maggiormente gli studi preliminari e gli schizzi di idee.[…] Il grande merito di Luigi Vanvitelli fu quello di essere riuscito a rinvigorire il linguaggio artistico del Settecento collegandolo alla tradizione tardo barocca di origine romana. >>
Il Seminario di Storia dell’Arte è stato coordinato dal Professor Pellegrino Caruso (scrittore e saggista).
All’evento culturale sono intervenuti con dei saluti: Sac. Don Gerardo Capaldo (Pax Christi e presidente del Circolo culturale “F. Solimena”), Prof. Angelo Cutolo (moderatore di In Arte Libertas), Dott. Antonio Carpentieri (Cammino Irpino Acqua Augusta), Dott. Luigi Mainolfi (scrittore e saggista), Prof.ssa Ilenia D’Oria (presidente Archeoclub Avellino), Dott. Massimo Passaro (avvocato), Dott. Luca Nacca (farmacista), Dott. Giuseppe D’Amore (neurologo), Maestro Francesco Roselli (pittore e ceramista).
In occasione del Seminario di Storia dell’Arte sono stati presentati ed esposti i lavori artistici del grande maestro Luigi Vanvitelli: Il Castello di Santa Marinella del 1743 e Studio preliminare per il vestibolo del piano nobile della Regia di Caserta del 1751.
L’evento è stato promosso dal Circolo culturale “Francesco Solimena” e dal Centro di Ricerca “Basilio Orga” con la fattiva collaborazione In Arte Libertas e dell’Associazione Culturale ACO.
Uno speciale encomio va manifestato alle famiglie che gentilmente e generosamente ci hanno prestato le opere di Luigi Vanvitelli (1700-1773) per questo evento culturale.
I prossimi incontri storico-artistico si terranno presso il Circolo della Stampa di Avellino:
Sabato 20 maggio 2023 ore 18.30 presentazione del catalogo della mostra “I disegni di Luigi Vanvitelli”.
Sabato 27 maggio 2023 ore 18.30 dedicato al Settecento nord-europeo dal titolo: “Il Settecento di Johan Ross den äldre”; con la presentazione dell’opera San Raimondo di Peñafort mentre predica al popolo.
Da venerdì 23 a domenica 25 giugno 2023 (ore 10-13 e 18-20) ci sarà una mostra d’arte straordinaria dal titolo “I disegni di Luigi Vanvitelli”; sarà la prima volta che alcuni disegni autografi di Luigi Vanvitelli vengo esposti fuori da Napoli e Caserta.
Per informazioni e contatti: circoloculturalesolimena@gmail.com oppure centrodiricerca.bo@libero.it .
Luigi Vanvitelli nacque a Napoli il 1700 dal vedutista olandese Gaspar van Wittel (1653-1736) e dalla romana Anna Lorenzani, rampolla di una famiglia di artisti capitolini. Il padre si trovava a Napoli perché era stato chiamato dal viceré per decorare gli ambienti del Palazzo reale.
Al battesimo ebbe come padrino il Viceré Luigi Francesco de la Cerda, Duca di Medina Coeli.
In seguito ad una sommossa, la famiglia si trasferì a Roma nel 1701. Qui crebbe e studiò il giovane Luigi, che compì il suo apprendistato prima a fianco del padre e del nonno materno Andrea Giovanni Lorenzani (1637-1712), studiando le opere del Rinascimento ed i monumenti antichi.
Nel 1715, all’età di quindici anni, a Roma incontrò il presbitero ed architetto Filippo Juvarra (1678-1736), quando l’artista messinese soggiornava a Roma.
Successivamente, intorno al 1718-1719 lo incontrò nuovamente ed ebbe l’occasione di mostrare alcuni suoi disegni, che l’artista messinese lodò e lo spronò a continuare esercitandosi nel disegno e nella pittura.
Dopo i primi passi come scenografo e come pittore nel 1726 diventò aiuto architetto alla Fabbrica di San Pietro, così abbandonò la carriera di pittore.
Nel 1728 riuscì ad essere ammesso all’Accademia dell’Arcadia, dove la concezione architettonica era ispirata alle forme pure e lineari delle opere antiche.
Nello stesso anno ottenne il primo incarico, di un certo rilievo, quello del restauro del Palazzo Albani ad Urbino.
Nel 1732 partecipò al concorso per la facciata della Basilica di San Giovanni in Laterano e per la Fontana di Trevi non ottenne l’incarico ma fu notato per la bravura.
Ricevette l’incarico nel 1734 di trasformare il porto di Ancona ed erigere il Lazzaretto.
A Roma nel 1742 partecipò con un progetto al concorso per il restauro per la cupola di San Pietro in Vaticano, vinse il suo progetto.
Nel 1743 realizzò a Civitavecchia la Fontana del Porto, oggi detta Fontana del Vanvitelli.
Dal 1746 al 1750 realizzò la Cappella Reale nella Chiesa di San Rocco a Lisbona, il restauro del Convento di Sant’Agostino a Roma, il restauro della Basilica di Santa Maria degli Angeli, la sistemazione del porto di Anzio e quello di Fiumicino.
Nel 1751 entrò a servizio di Carlo III Borbone (1716-1788), che gli commissionò la realizzazione di una Reggia a Caserta.
Dal 1752 al 1764 realizzò l’Acquedotto Carolino per portare l’acqua al parco regale, acqua che viene poi fatta defluire verso la città di Napoli.
Nel 1759 con la partenza del sovrano per gestire il trono di Spagna la gestione dei lavori divenne difficoltosa, anche per le molte invidie ed antipatie.
Gli ultimi lavori importanti per i Borbone furono gli allestimenti per la festa di nozze del 1769 e il battesimo nel 1772.
Negli ultimi anni di attività si ritiene che riordinasse i suoi vecchi lavori grafici (schizzi e disegni).
Si spense nella sua casa a Caserta, a poca distanza dalla sua reggia, il primo marzo 1773.