Con successo si è svolto sabato 25 settembre il Seminario di Storia dell’Arte: “Alberto Savinio a 130 anni dalla nascita”, organizzato dal Circolo culturale “Amici del MdAO”, presso il Circolo della Stampa di Avellino, sito in Corso Vittorio Emanuele civico 6.
Con questo evento si è dato inizio all’attività pubbliche di promozione della Storia dell’Arte e della cultura del Circolo culturale degli “Amici del MdAO” dopo la chiusura per la Pandemia di SARS CoV 2.
All’evento culturale sono intervenuti: il Dott. Antonio Limongelli (pediatra e cultore d’arte), che ha illustrato alcuni punti elementi dell’attività artistica di Savinio; invece, il Prof. Angelo Cutolo (cultore di storia locale), che ha trattato dell’importanza di riprendere le attività culturali in questa fase della pandemia e della particolare rilevanza nel panorama delle arti visive in Italia di questo evento culturale; il Dott. Gaetano Arciuolo (cultore d’arte) ha descritto l’attività artistica durante il soggiorno ferrarese dei fratelli de Chirico con Carrà e De Pisis con la nascita della pittura Metafisica; Dott. Giuseppe D’Amore (medico e cultore d’arte) ha trattato dei contatti scambievoli di Savinio con gli intellettuali del fascismo e del secondo dopoguerra; il sacerdote Don Gerardo Capaldo ha illustrato l’Arte Sacra ad Atripalda negli anni in cui Savinio era in attività.
La relazione affidata al critico d’arte Prof. Stefano Orga, che ha trattato il tema “Le arti visive di Savinio”, sottolineando: “Andrea Francesco Alberto de Chirico in arte Alberto Savinio è stato pittore, disegnatore, musicista, scrittore, scenografo, drammaturgo, giornalista, e anche saggista. Districarsi nella sua poliedrica attività artistica significava <>. Fu un artista certamente eccentrico ma lucidamente ancorato a quella sensibilità postmoderna di cui, egli stesso, è stato uno dei più sensibili anticipatori. L’opera figurativa di Alberto Savinio, fratello minore di Giorgio de Chirico (1888-1978), era ricca di spirito e di talento creativo, sovente essa era favolosa e nello stesso tempo angosciante. La sua arte era sicuramente tra le più provocatorie del nostro novecento. […] Alberto Savinio è stato giustamente definito dalla critica <>, che si mette a disegnare per illustrare le proprie opere letterarie e teatrali, e soprattutto per non essere da meno del fratello Giorgio de Chirico, il maggiore esponente della Pittura Metafisica. Lo stesso Savinio asseriva che la pittura <>. Nelle raffigurazioni di mostri si giustificava affermando che le sue opere manifestavano <> perché <<c’è anche=”” il=”” ricordo=”” del=”” paradiso=”” perduto=””>>, di un paradiso del quale egli sembrava avvertire una gran nostalgia, e che identificò con la cosiddetta <>. L’acume filosofico, la perspicacia ironica e psicologica; la forza lirica, evocatrice e narrativa nascondevano in realtà la preoccupazione verso la verità e verso talune deficienze del gusto e di limitatezza nella <>. […] Molto probabilmente Alberto Savinio fu l’alter ego inquietante del fratello maggiore Giorgio de Chirico. Ancora oggi l’opera visiva di Savinio è destinata al piacere di pochi curiosi e raffinati estimatori.” Successivamente il Prof. </c’è>Stefano Orga ha descritto le due opere esposte per l’evento culturale.
Il seminario è stato coordinato dal Dott. Antonio Carpentieri, cultore di storia locale, che ha sottolineato la poliedricità di Savinio come uomo della cultura europea.
L’evento è stato promosso dal Circolo culturale degli “Amici del MdAO“, con la collaborazione dell’Associazione Culturale ACO e del MdAO – Art Museum.
Grande interesse hanno riscontrato le opere autografe di Alberto Savinio, che in occasione dell’evento culturale sono state presentate: Le Pêre Eternel contemple la marquette du Paradis Terrestre (1930) e Figurino maschile per l’opera Armida (1952).
Il Circolo culturale degli “Amici del MdAO” organizzerà una serie di eventi per quest’anno e per il primo semestre del prossimo anno tutti presso il Circolo della Stampa di Avellino:
Sabato 27 novembre 2021 alle ore 18.30 ci sarà il Seminario di Storia dell’Arte: “Eugenio Viti e il suo Novecento”.
Da giovedì 23 dicembre 2021 a sabato 25 dicembre 2021 si terrà la Mostra d’arte: “I pittori avellinesi del Diciannovesimo secolo” (vernissage 23 dicembre ore 11.00).
Sabato 29 gennaio 2022 alle ore 18.30 ci sarà il Seminario di Storia dell’Arte: “Fedele Fischetti e la sua arte”.
Sabato 26 marzo 2022 alle ore 18.30 si terraà il Seminario di Storia dell’Arte: “Francesco Gioli il post-macchiaiolo”.
Sabato 28 maggio 2022 alle ore 18.30 ci sarà il Seminario di Storia dell’Arte: “Pierre Laprade e l’intimismo francese”.
Per informazioni e contatti: mdao@libero.it.
Biografia essenziale dell’artista:
Albero Savinio è nato ad Atene nel 1891, alla nascita il nome era Andrea de Chirico, fratello di Giorgio de Chirico. Mentre il fratello maggiore si era avviato allo studio della pittura al Politecnico di Atene, Savinio studiò da sempre musica diplomandosi giovanissimo in pianoforte ad Atene. Alla morte del padre l’intera famiglia si trasferì per un breve periodo in Italia, per poi trasferirsi in maniera stabile a Monaco di Baviera. Qui entrambi i fratelli furono influenzati dalla cultura tedesca, l’uno guardando alla pittura di Arnold Böcklin, l’altro apprezzando la musica di Wagner, ed entrambi rimanendo affascianti dal pensiero di Nietzsche e Schopenhauer. Nel 1910 decise di continuare il suo percorso formativo a Parigi avvicinandosi alla cerchia di personalità che ruotavano attorno al poeta Guillame Apollinaire: fece amicizia con molti artisti vicini alle avanguardie come Picasso, Mac Jacob e Francis Picabia e in questo ambiente pubblicò il suo primo testo poetico in francese che prevedeva anche composizioni musicali che accompagnavano il testo. Allo scoppio della prima guerra mondiale entrambi i fratelli de Chirico furono assegnati alla città di Ferrara dove conobbero i pittori Filippo De Pisis e Carlo Carrà, che furono i primi interlocutori con cui si confrontarono sui temi della nascente Pittura Metafisica. Dopo un’intensa produzione di testi di estetica e di sceneggiature per spettacoli teatrali, Savinio si trasferì a Parigi, dove risiedeva anche il fratello, e cominciò a coltivare la passione per la pittura. Dopo questa breve parentesi parigina nel 1933 rientrò definitivamente in Italia dividendosi tra Torino, Milano e Roma, dove mantenne in essere una prolifica produzione sia letteraria che pittorica, esponendo in numerose gallerie, nonché collaborando con alcuni teatri per la realizzazione sia di scenografie che di sceneggiature. Negli ultimi anni della sua carriera – che si interruppe improvvisamente il 5 maggio 1952 – mantenne sempre la sua grande eterogeneità creativa curando, tra gli altri, gli allestimenti e i costumi per l’opera di Gioacchino Rossini “Armida”, presentata al Maggio Musicale Fiorentino, e allestendo una sala personale alla rassegna d’arte “Artisti d’Italia”.