Con questa raccolta di poesia, Sulla tenera pelle (LietoColle, 2015), Farhad Ali Zolhadr si presenta ai suoi lettori con un sentire che nell’alfabeto del destino si carica di fluttuante bellezza e tenerezza di lontane memorie.
Il poeta iraniano attende la poesia per vivere sulla pagina frusciante il diario di una vita in debito con il suo passato …
“Nel giardino d’infanzia/ fra le ali di un pettirosso/ depongo i desideri/in un volo sul cielo degli oceani// Un giorno confonde i tuoi occhi/ per un mare colmo di misteri/ si posa sul tuo seno/ il pettirosso dal cuore bruciato// Le sue penne cadono/ al soffio del tempo/ i miei desideri/ si nascondono tra loro”
“ E al di là di un esito compositivo – scrive Rodolfo Tommasi nella postfazione – vale a dire al di là di quel canto magnetico in cui Zolghadr coinvolge guidando la lettura verso davvero sconfinati orizzonti ( siano essi umanamente perseguibili o siano l’inevitabile utopia della tensione poetica, non importa), sorprendente resta la dote inestimabile del poeta che sa fondere nell’incandescenza di un unico organismo ideologico/letterario il dolore intimo e la dimensione storica del messaggio.”
LietoColle
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