Chi tiene polvere spara, partito il Calitri Sponz Fest, direttore artistico Vinicio Capossela.

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1466775703018800-Sponz-FestDal 22 al 28 agosto torna per il quarto anno consecutivo lo Sponz Fest, il festival diretto da Vinicio Capossela che ha sede in Alta Irpinia e si avvale della collaborazione attiva dei comuni di Calitri, comune capofila del progetto, Sant’Andrea di Conza, Conza, Andretta, Cairano, Bisaccia e Sant’Angelo dei Lombardi.

“Chi tiene POLVERE spara – scrive il direttore artistico Vinicio Capossela – è un modo di dire calitrano – che in paese significa “chi ha qualcosa da dire lo dica, chi ha qualche mezzo lo usi!”, anche se è un mezzo povero come la POLVERE. E’ un invito al fuoco d’artificio, a tirare fuori quello che abbiamo dentro. Un invito a non subire le cose, ma a farle. Un invito all’azione e alla speranza. Ma anche un invito alla festa. La festa antica, dionisiaca, sponzante. La festa che dissipa e consuma, per ricordarci che non bisogna avere paura di vivere, ma bisogna impiegare tutto il dono della vita affinché quando Thanatos arriva con la sua falce, non le resti niente da prendere.

Qualsiasi cosa un uomo faccia genera polvere. Quindi la polvere è movimento e vita. Pulvis presso i romani era la polvere della pista, del circo, del campo di battaglia e dunque la polvere come prodotto del movimento: non solo caduta, ma anche sollevata e rimestata. La quarta edizione dello SPONZ FEST si propone quindi il sollevamento della POLVERE. Alzare la POLVERE dalla terra su cui si è posata. Fare polverone, sollevare la testa nella confusione delle voci.

I greci antichi con la parola anastasis indicavano il sollevarsi, significando, allo stesso tempo, resurrezione ma anche insurrezione. Ecco, “chi tiene POLVERE spara” è l’insurrezione che si oppone all’oblìo, al cammino della POLVERE che ricopre di sé terre ed esistenze.

E di azione e di speranza questa edizione del 2016 è davvero ricca, a cominciare dall’inaugurazione che avverrà sui binari della stazione di Conza, dove proprio il 22 agosto, il treno storico riattivato dalla Fondazione FS per l’occasione, effettuerà la prima corsa sulla Avellino-Rocchetta, sospesa ormai dal 2010.

Questo avvenimento – simbolico ma anche concreto visto che la linea potrà essere utilizzata nel corso della settimana per raggiungere i luoghi del festival – è anche la realizzazione di un sogno impossibile che aveva caratterizzato e ispirato l’intera edizione dello Sponz 2014, intitolata appunto “Mi sono sognato il treno”, e ambientata in parte proprio in quello scalo ferroviario allora dismesso, a dimostrazione di come a volte la poesia, l’arte, la cultura possano diventare strumenti fondamentali per la rinascita economica e civile di territori depressi cui è stata “tolta la voce” da decenni e ancora segnati dall’emigrazione e da eventi drammatici come il terremoto del 1980.

In occasione della prima corsa del convoglio, nei suggestivi vagoni anni ’30, Ascanio Celestini si esibirà in “Letture di 3^ classe” da Gianni Rodari e Giustino Fortunato. Diverse bande musicali accoglieranno il treno nelle stazioni descritte dalla locale railway song “Franceschina la calitrana”, e sarà infine organizzato un assalto al treno nella stazione di Conza – Cairano – Andretta, dove verrà inaugurato il festival, con incendio di polvere.

Ma non sarà solo la polvere del treno ad essere alzata nella settimana dello Sponz Fest. A completare il cast artistico, direttamente dalle polverose strade del Texas, il 25 agosto arriva sui binari della stazione di Calitri il cantautore Micah P. Hinson. Acclamato come una rockstar grazie alla sua aura di poeta maledetto, lo storyteller nato a Memphis e cresciuto in Texas è diventato imprescindibile per chi ama la nuova scena americana, grazie ad una carriera decennale che ha imposto una visione eclettica del country blues, con liriche impareggiabili e spesso autobiografiche.

Il suo nome arricchisce il già sostanzioso programma che per una settimana spazierà dalla musica alla letteratura, dall’arte ai temi ambientali, dall’enogastronomia al trekking, senza dimenticare le attività dedicate ai più piccoli, coinvolgendo nomi di primissimo piano della scena culturale italiana e internazionale.

La POLVERE, nelle sue diverse declinazioni, sarà anche l’elemento che caratterizzerà tutti gli appuntamenti del festival; che si tratti di quella alzata da Paolo Rumiz nel suo cammino sull’Appia Antica e fermata su pagina nel suo ultimo libro “Appia” o di quella che ricopre la diaspora dei migranti raccontata dal giornalista Domenico Quirico nel suo ultimo libro “Esodo” e dal poeta siriano Khaled Alnassiry nella raccolta “Ho creduto a ogni cosa”.

Ci sarà la POLVERE vulcanica dell’attore Mimmo Borrelli e del suo spettacolo/monologo “La Voce del Vulcano” in scena il 24 agosto a Calitri, in una notte che vede anche l’omaggio a Carlo Gesualdo con il concerto de “La consorteria delle tenebre” dedicato alla polvere delle macerie e dei “tremamenti” della terra; e poi, infine, la polvere pirica del canto anarchico con Alessio Lega.

Ci sarà la POLVERE di “Chiedi alla polvere”, il libro che ha consacrato il talento e il genio di John Fante e che verrà ricordato lunedì 22 agosto nella serata iniziale del Festival, insieme al figlio Dan (scomparso nel 2015 e già ospite dell’edizione 2014) con un incontro animato, tra gli altri, dal poeta Vincenzo Costantino Cinaski, Victoria Fante e lo stesso Vinicio Capossela.

E poi naturalmente la polvere da alzare ballando fino a “sponzarsi come baccalà”: quella di dinamite che arriva da Guča, Serbia, con l’esplosiva banda di ottoni “Arizona Dream”, protagonista di un concerto all’alba di martedì 23 agosto sulla suggestiva rupe di Cairano, e poi attiva a fomentare la dissipazione nell’arco di tutto il festival; quella che verrà sollevata venerdì 26 agosto nella “grande notte del ballodromo”, la sponza-notte dove, per dieci ore consecutive, si alterneranno sul palco orchestre “tradizionali” come la Banda della Posta e Tonuccio e i Pink Folk; e altre che rinnovano la tradizione della musica da ballo come gli straordinari Extraliscio guidati da Mirco Mariani e l’Orchestrina di Molto Agevole di Enrico Gabrielli.

Ed ancora il suono della POLVERE indagato da due grandi musicisti come Giovannangelo De Gennaro e Gavino Murgia che si esibiranno rispettivamente mercoledì 24 e giovedì 25 agosto, a rinnovare gli spaventi lungo il sentiero della cupa.

Nell’anno della pubblicazione di “Canzoni della cupa”, particolare significato avrà il tradizionale concerto di Vinicio Capossela, che sabato 27 agosto porterà allo stadio di Calitri, ribattezzato per l’occasione “Sponz A-rena”, una versione speciale del tour Polvere con voci e protagonisti della terra dell’osso, ospiti che hanno preso parte al disco come Giovanna Marini e altri a sorpresa.
(biglietti disponibili online al link http://goo.gl/6nss1x e a prezzo ridotto presso le sedi dei Comuni coinvolti nel Festival).
Sarà un concerto speciale, che introdurrà alla grande notte incendiaria nel centro storico di Calitri al seguito dell’infuocato ensemble dei Diables de l’Onyar, diavoli dalla Catalogna che animeranno le grotte e i vicoli del paese vecchio fino all’alba.

A chiudere il festival infine, domenica 28 agosto, il concerto del violoncellista Mario Brunello tra le arcate a cielo aperto dell’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi, un luogo straordinario che si è scrollato di dosso la POLVERE del terremoto del 1980 e che dopo un lungo lavoro di restauro si presenta oggi in tutta la sua bellezza.

Ma tanti altri eventi speciali ed estemporanei anche quest’anno animeranno i vicoli e le grotte di Calitri dall’alba e al tramonto e dal tramonto all’alba: le attività ricreative rivolte ai più piccoli e i corsi di cucina tradizionale, la sezione arti curata da Mariangela Capossela e dal gruppo Sponz Arti con la sua l’installazione/performance “Il velo della Sposa”, le mostre fotografiche, le proiezioni di film e l’eccezionale allestimento del laboratorio del Teatro delle Albe che venerdì 26 agosto metterà in scena “l’Antigone”.

Diverse grotte del centro storico saranno restituite all’uso di cantina, in un percorso di cultura legato al vino, grazie alla presenza di diversi produttori provenienti da diverse zone d’Italia, che appenderanno la Frasca all’ingresso degli antri tufacei. Quest’anno un particolare rapporto di scambio culturale sarà con la Sardegna.

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