Il Governo continua a voltare le spalle al mondo artigiano. Anche l’ultimo decreto non affronta i veri problemi di un settore che conta 1 milione e mezzo di attività e rappresenta la spina dorsale dell’economia del paese, ancora oggi chiuso per via dell’emergenza sanitaria. Parametri di accesso al credito inaccettabili perché favoriscono solo alcune categorie, confusione sulla cassa integrazione, insomma decreti che non rispondono alle esigenze reali:
“Il Governo non sta andando nella direzione giusta – spiegano il dirigente generale UAI Giuseppe Zanetti ed il presidente UAI Gabriele Tullio – perché i DPCM non stanno affrontando i problemi veri del nostro tessuto produttivo. Innanzitutto occorreva ricorrere ad una Cassa Integrazione Nazionale, unica per tutti, senza lasciare incombenze alle Regioni evitando così confusioni e problemi di sorta. Ora l’aspetto sul quale l’Unione Artigiani Italiani insiste è quello della tassazione per le piccole e medie imprese che deve avere un iter ben preciso: stop ai pagamenti fino al 31 Dicembre 2020 e spalmare i versamenti nei successivi 3 o 4 esercizi. Questa, a nostro avviso, è la ricetta giusta per rimettere in moto l’economia e dare la possibilità alle aziende, già con l’acqua alla gola, di respirare. Chiediamo con forza che dal 14 Aprile le attività produttive degli artigiani vengano riaperte rispettando, ovviamente, le misure di sicurezza. Le piccole aziende hanno gli spazi adatti per mantenere le distanze e non rischiare nulla dal punto di vista della sicurezza. In Germania il 75% delle imprese sono attive e chiediamo che anche in Italia accada la stessa cosa”.