Pubblicati i risultati della più consultata classifica mondiale delle università, il Qs World University Ranking. Sono 34 gli atenei italiani presenti nella sedicesima edizione dell’indagine elaborata ogni anno dagli analisti di Quacquarelli Symonds.
Quattro sono le università “new entry” e tra queste c’è l’Università di Salerno. L’Ateneo, insieme a Bari, è l’unica Università del Sud a fare il nuovo e primo ingresso nel ranking. Nell’elenco delle italiane, tra le università del Sud, Unisa viene dopo solo alla Federico II, le uniche due campane presenti in classifica.
Gli indicatori presi in considerazione dall’indagine riguardano ancora una volta la reputazione accademica, il rapporto tra numero dei docenti e numero degli studenti, il numero di citazioni per docente, la percentuale di studenti stranieri e di docenti internazionali, il giudizio di datori di lavoro e head hunter.
La Qs World University Rankings (www.topuniversities.com) è la classifica consultata ogni anno da 70milioni di studenti e famiglie e si basa su una ricerca rigorosa che include le opinioni di 94.000 docenti, accademici e ricercatori e di 44.000 manager e direttori delle risorse umane. Prende in esame 11.8 milioni pubblicazioni scientifiche e analizza 100 milioni di citazioni. La classifica contempla inoltre i dati sulla distribuzione di 23 milioni di studenti e di circa 2 milioni di docenti e ricercatori degli atenei del mondo.
“Siamo entrati anche nell’ultima delle classifiche mondiali in cui non eravamo presenti, la più consultata al mondo. Un traguardo importante – commenta il rettore Tommasetti – un traguardo raggiunto grazie all’impegno e al lavoro di tutta la nostra comunità. Ancora una volta, con un punteggio di 35.3, il nostro Ateneo si distingue per la sua attività di ricerca, in particolare per il numero di citazioni per docenti. Questo dato testimonia e conferma la qualità del nostro corpo accademico, la produttività delle ricerche condotte dai nostri Dipartimenti e di conseguenza la competitività dei percorsi formativi proposti ed erogati ai nostri studenti. Ma questo risultato non ci fa accomodare, anzi ci responsabilizza e ci richiede maggiore impegno sul versante dell’internazionalizzazione della didattica e della ricerca, la vera cartina al tornasole del sistema universitario italiano nel mondo”.