Si è svolto presso l’aula consiliare “A. Sacco” di Cervinara il Seminario “La Valle Caudina, laboratorio per un progetto di sviluppo infrastrutturale e paradigma di urbanistica sostenibile”, promosso dall’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Avellino, in collaborazione l’ANCE Costruttori di Avellino e con il patrocinio della Regione Campania.
Una zona strategica, la Valle Caudina, tra due province che diventa un’opportunità di studio urbanistico per individuare possibili soluzioni con modelli di infrastrutture sostenibili di un territorio così complesso che è elemento di cerniera tra le aree interne e quelle costiere. A confronto, in un dibattito propositivo, l’Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino, l’ANCE di Avellino e la parte politica ed istituzionale provinciale e regionale.
Sono intervenuti al seminario: Erminio Petecca, Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Avellino; Michele Di Giacomo, Presidente ANCE Avellino; Filuccio Tangredi, Sindaco di Cervinara; Pasquale Pisano, Sindaco di San Martino Valle Caudina; Roberto Del Grosso sindaco di Roccabascerana; Enzo Pacca sindaco di Pannarano; Antonio Russo, Presidente Città Caudina; Giuseppe Grimaldi, Direttore Generale ACaMIR; Francesco Todisco, Consigliere Presidente Regione Campania per le aree interne; Maurizio Petracca, Presidente Commissione regionale Agricoltura; Bruno Discepolo, Assessore Regionale al Governo del Territorio.
“A Cervinara gli architetti irpini si sono confrontati con gli amministratori locali e regionali, prendendo in esame lo studio di una macro area territoriale: la valle Caudina – dice Erminio Petecca Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Avellino – Un modello di studio per una visione di urbanistica che può essere condivisa da un piano intercomunale del consorzio dei comuni che compongono la valle. Un contesto omogeneo, ma allo stesso tempo complesso e diversificato nella sua doppiezza di appartenenza a due province diverse. Le peculiarità della Valle come area di mezzo tra l’osso e la polpa, per citare Dorso, diventano il problema che rende queste aree marginali rispetto al disegno strategico di una visione di sviluppo politico-sociale ed economico del territorio. Agli architetti la facoltà di illuminare le soluzioni possibili e alla politica resta l’obbligo di tracciare il percorso per superare le difficoltà esistenti”.