Ancora fari puntati sulla Valle del Sabato. I primi risultati dello Spes- Studio di esposizione della popolazione suscettibile, promosso dall’Asl di Avellino e realizzato dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno e dall’Istituto Nazionale Tumori “Pascale”, restituiscono un superamento dei limiti consentiti dalla legge per alcuni metalli pesanti. In particolare stando ai primi dati diffusi, si tratterebbe di piombo, mercurio e cromo.
Scopo dello studio, condotto sia sulla Valle del Sabato che sulle altre aree critiche dell’Irpinia, quello di valutare il reale impatto degli insediamenti industriali sull’ambiente circostante e stabilire eventuali correlazioni tra fattori ambientali e salute.
Prelievi di suolo, acque, aria, colture vegetali, produzioni animali, finalizzati alla ricerca di biomarcatori potenzialmente responsabili di rischio sanitario. Inoltre, specificatamente per la Valle del Sabato, è in corso un’ulteriore indagine su un cluster di popolazione costituita da cittadini, abitanti in tale area da almeno 5 anni, di età compresa tra i 20 e i 50 anni, a cui è stato prelevato un campione di sangue per una valutazione ematochimica ma soprattutto per la ricerca di elementi provenienti dall’ambiente e dannosi per la salute.
Le aree con il maggior numero di superamenti dei valori soglia di contaminazione coincidono con i nuclei industriali di Pianodardine, Solofra, Valle Ufita, Nusco-Lioni-Sant’Angelo, San Mango sul Calore, Calitri, Calabritto, Calaggio, Morra de Sanctis, Porrara e Conza della Campania e con le aree residenziali con elevata densità di popolazione residente. Le anomalie diffuse di alcuni elementi quali berillio, vanadio e stagno sono verosimilmente legati alla natura vulcanica dei suoli. Per quanto concerne piombo, mercurio e zinco, i superamenti di tali elementi vanno verificati puntualmente. Numerose sono le criticità come l’acquifero della Piana della Solofrana, in cui è stato riscontrata una contaminazione persistente e pulsante da composti organo-alogenati, principalmente Tetracloroetilene, e la Piana dell’Ufita, in cui è stata riscontrata la contaminazione da tetracloroetilene di alcuni pozzi utilizzati per scopi irrigui, creando disagi e preoccupazione per tutto il comparto agricolo.
L’indagine condotta su sei comuni della Valle del Sabato, Avellino, Atripalda, Manocalzati, Montefredane, Prata e Pratola Serra, per una popolazione di 82mila abitanti, inquadra l’area di medio impatto essendo il suolo occupato solo per il 17% da insediamenti industriali.
Qui sono stati “arruolati” duecento cittadini sottoposti ad esami e visite i cui risultati serviranno a ricercare i biomarcatori di effetto, come diossine e metalli pesanti, che a lungo andare potrebbero causare patologie gravi come le neoplasie.