Violenza sulle donne, l’impegno continuo dei Carabinieri di Avellino per contrastarla.

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La notizia di oggi relativa al brutto fatto di cronaca che ha portato all’arresto di un trentenne responsabile di violenza nei confronti della convivente è solo l’ultimo dei tanti provvedimenti emessi dall’Autorità Giudiziaria a seguito della puntuale e tempestiva refertazione da parte dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino.

Il grave problema della violenza sulle donne ha assunto nel corso degli anni una valenza sempre maggiore e oggi purtroppo è più che mai drammatico, caratterizzato da una violazione dei diritti umani, dell’integrità fisica e psicologica, della sicurezza, della libertà e della dignità della persona. Non conosce differenze geografiche o culturali, è diffuso a tutte le latitudini e in qualsiasi ambito socio-culturale, non ha età, in quanto scaturisce dalle distorsioni culturali, sociali e psicologiche del rapporto uomo-donna.

La comunicazione e la sensibilizzazione sul problema rappresentano uno strumento essenziale per la lotta alla violenza.

Proprio in tal senso la prevenzione e il contrasto che l’Arma dei Carabinieri pone è sempre massima anche in un territorio come quello Irpino, contraddistinto dalla presenza  di 6 Compagnie e 68 Stazioni dei Carabinieri.

Presso la sede del Comando Provinciale di Avellino ed in altri reparti presenti su tutto il territorio vi sono sottufficiali, sia uomini che donne, che hanno frequentato specifici corsi di formazione, altamente preparati per accogliere le vittime e ricevere denunce da donne oggetto di violenze od abusi informando l’Autorità Giudiziaria ed i Servizi Sociali, non abbandonandole ma accompagnandole, e nei casi più gravi anche proteggendole, nell’iter che segue alla denuncia.

Quanto appena descritto e quindi sulla grande sensibilità mostrata dalla Benemerita verso questa problematica così atroce e silente, trova un primo grande riscontro ricordando che già il 21 Gennaio 2009, di concerto con il Ministero delle Pari Opportunità, in seno al Reparto Analisi Criminologiche del Ra.C.I.S. (Raggruppamento Carabinieri Indagini Scientifiche) è stata istituita la Sezione Atti Persecutori, dando attuazione ai dettami della legge 38/2009.

In particolare il Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino, che da anni è attivo nel contrastare questa terribile piaga sociale e culturale, è stato tra i primi in Italia, nell’agosto 2013, ad applicare la citata “legge sul femminicidio”, irrogando la misura dell’allontanamento dalla casa famiglia ad un uomo di questa provincia responsabile del reato di “stalking”.

E a testimonianza di quanto esposto si riportano i principali casi di violenza commessi, in città ed in provincia, ai danni di conviventi, ex mogli, mamme o semplici conoscenti, di cui si sono occupati i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino negli ultimi mesi:

  • 1 aprile, i Carabinieri della Stazione di Avella traevano in arresto un 40enne di Sperone responsabile di violenze nei confronti della madre e della sorella;
  • 3 maggio, a seguito di attività d’indagine svolta dai Carabinieri della Stazione di Castel Baronia, il Tribunale di Benevento emetteva nei confronti di un 48enne la misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla donna sua vittima di stalking;
  • 4 maggio, i Carabinieri della Stazione di Avellino davano esecuzione al decreto di divieto di avvicinamento emesso dalla Procura della Repubblica di Avellino a carico di un 39enne che, non rassegnato alla fine della sua relazione matrimoniale, stalkerava l’ex compagna;
  • 23 maggio, i Carabinieri della Stazione di Torella dei Lombardi traevano in arresto un 44enne responsabile di atti persecutori nei confronti di una donna che, dopo essersi separata dal marito, aveva cercato di iniziare una nuova vita intraprendendo una relazione con l’uomo che si è poi rivelato il suo stalker: eccessivamente geloso e possessivo, le provocava anche lesioni per le violenze;
  • 28 giugno, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avellino davano esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dalla Procura della Repubblica di Avellino nei confronti di un professionista che, non accettando la fine della relazione sentimentale, metteva in atto comportamenti persecutori nei confronti della donna;
  • 7 luglio, i Carabinieri della Stazione di Montoro Inferiore davano esecuzione all’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari emessa nei confronti di un 50enne che si era reso più volte autore di minacce, molestie ed intimidazioni nei confronti della sua ex moglie: nel corso di una lite, al fine di inveire ulteriormente nei confronti della donna, si scagliava anche contro la figlia minorenne che per le percosse si vedeva costretta a ricorrere alle cure mediche;
  • 5 settembre, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, in esecuzione di un provvedimento emesso dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Avellino, traevano in arresto un pregiudicato che, accecato dalla gelosia, si rendeva responsabile di ripetute condotte di atti persecutori e violenti nei confronti della ex moglie;
  • 18 ottobre, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino, coadiuvati dai colleghi della Compagnia di Mirabella Eclano, davano esecuzione al provvedimento emesso dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Avellino che,  concordando con le risultanze investigative dell’Arma, spiccava nei confronti di un 45enne la misura coercitiva della custodia in carcere, ritenendolo responsabile di ripetute condotte di atti persecutori e violenti nei confronti dell’ex compagna;
  • 19 dicembre, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Avellino traevano in arresto un 50enne che da tempo maltrattava moglie e figlia: impaurite dall’ennesima condotta vessatoria e violenta si barricavano in camera da letto e allertavano il “112”.

Il “ciclo della violenza” conduce al progressivo isolamento della donna maltrattata che pensa di vivere una anomala situazione di disagio, di cui si sente addirittura responsabile. Un breve vademecum, può fornire dei suggerimenti utili:

  • non confidare sui cambiamenti di carattere e di comportamento promessi da un partner violento e non lasciarsi influenzare negativamente dalle sue offese e dalle sue minacce;
  • non provare sensi di colpa per i figli: è meglio vivere in una famiglia monoparentale, con un genitore equilibrato, piuttosto che con una coppia di genitori in conflitto;
  • in caso di ferite o lividi andare quanto prima al Pronto Soccorso di un ospedale e dichiarare la verità. Pretendere un certificato medico veritiero, anche se il medico può far presente che potrebbe esserci un procedimento penale nei confronti del responsabile;
  • chiamare appena possibile il “112”, Numero Unico Europeo per le Emergenze;
  • rivolgersi ad un centro di orientamento sui diritti della donna, che può dare consulenze legali, bancarie e psicologiche gratuite.

L’8 marzo è una giornata particolarmente intensa e pregna di significati etico-morali, in cui l’Arma, in piena comunione e sintonia di intenti con gli altri organi di polizia ed istituzionali, mostra ancora una volta di più la propria vicinanza alle donne vittime di violenza di genere, ribadendo con tutta la forza possibile la necessità di un impegno costante e quotidiano.

Un impegno che fa si che ogni giorno dell’anno possa essere considerato “una giornata mondiale contro la violenza sulle donne”.

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