La vertenza Whirpool irrompe anche in Irpinia. A denunciarlo è il segretario Cgil Avellino Franco Fiordellisi, che spiega: “La comunicazione di Whirlpool Emea sul sito di Napoli potrebbe avere drammatici risvolti occupazionali anche in Irpinia“. L’annuncio consiste nella volontà di procedere con una riconversione del sito e la cessione del ramo d’azienda a una società terza.
“Di fatto in Irpinia ci sono svariate aziende dell’indotto Whirlpool Emea, che lavorano a conto terzi e in alcuni casi in via del tutto esclusiva con la casa di lavatrici statunitense – continua Fiordellisi -. Nel settore del bianco ovvero lavatrici, frigoriferi, il rapporto tra dipendenti diretti e dipendenti delle aziende terziste e di uno a 1,5. Per evitare un ulteriore tracollo occupazionale in Irpinia e in Campania è fondamentale attivare tavoli specifici intersettoriali, a livello ministeriale e anche regionale. Oggi i metalmeccanici di Whirlpool Emea stanno già effettuando un presidio sotto al Mise, ma essendo le attività terziarizzate di altre categorie, pensiamo di attivare un’adeguata azione confederale, territoriale sicuramente“.
Le aziende irpine interessate dalla vertenza sono la CelluBlock Montoro con circa 40 addetti (70% produzione per Whirlpool); la Pasell con due siti produttivi di gomma plastica in Irpinia, a Forino e Montoro, per un totale di 49 addetti (60% Prod. per Whirlpool); la ScameMed che, accanto allo stabilimento di San Giovanni a Teduccio, conta una fabbrica in Alta Irpinia presso l’area industriale di Porrara, nel comune di Sant’Angelo dei Lombardi. 51 gli addetti complessivi.
“In questa nuova e ulteriore vertenza industriale, la politica tutta e le Istituzioni devono dimostrare di lavorare con lealtà istituzionale, funzionale nel pretendere dalla multinazionale il rispetto di quanto detto non più tardi di ottobre scorso, in sede di presentazione dei programmi futuri. Questa azione sinergica è fondamentale per i lavoratori delle nostre terre. Terre che continuano ad essere stravolte dalla crisi. Il Governo non ha una visione industriale del paese, di uno sviluppo reale che crei occupazione dignitosa. Pensa con la riduzione dei diritti o l’abrogazione del Codice Appalti di risolvere, ma così non è: sono solo bugie, basta ridurre diritti e fare chiacchiere”, conclude il numero uno Cgil.