«E’ necessario mettere in campo un piano di intervento urgente per salvaguardare i posti di lavoro dell’indotto whirlpool della provincia di Avellino». Ad affermarlo è Massimo Picone, segretario provinciale della Cisal Metalmeccanici.
«Sin dall’inizio del tortuoso percorso di questa vertenza – prosegue il dirigente del sindacato autonomo -, pur auspicando ovviamente che si addivenisse ad una soluzione concreta, che mettesse al riparo da svendite e smantellamenti la produzione e l’occupazione dello stabilimento partenopeo e delle fabbriche campane ad esso collegate, non abbiamo mai nascosto le nostre perplessità rispetto all’atteggiamento tenuto dai vertici dell’azienda americana di elettrodomestici, che nonostante gli accordi istituzionali stipulati con il governo nazionale e le parti sociali e le agevolazioni ricevute negli scorsi anni, non si è fatta scrupoli di affossare un’importante realtà economica del Mezzogiorno».
«A questo punto – conclude Picone – non c’è più tempo da perdere. Preso atto della decisione della Whirlpool di cessare le attività dell’impianto di Napoli, a partire dal 1 novembre, e tenuto conto che anche altre peregrine ipotesi di riconversione paventate dal management non avrebbero tutelato le aziende irpine, bisogna convocare immediatamente un tavolo istituzionale nazionale e regionale, con la partecipazione delle organizzazioni sindacali, della Regione e delle società coinvolte in questa crisi, per individuare soluzioni idonee e praticabili per la conversione produttiva delle aziende o per l’intercettazione di nuovi mercati e commesse. Una missione non semplice, che richiede uno sforzo serio e congiunto. E’ bene ricordare, che nella sola Irpinia nell’indotto Whirlpool lavorano circa 200 addetti, impegnati in tre aziende: Pasell, Cellublok e Scame Mediterranea. La Cisal Metalmeccanici è pronta, come sempre, ad offrire il proprio contributo, mobilitando tutte le energie disponibili».